
Pensare alla salute del proprio cuore e mettere in nota esami di controllo preventivi: poche donne lo fanno e molte vedono il cardiologo per la prima volta a menopausa ormai inoltrata, o quando il loro cuore lancia segnali sospetti. Infatti, statistiche alla mano, ben il 74% delle italiane è convinto che l’infarto e le malattie cardiovascolari siano declinate solo al maschile e che sia inutile preoccuparsene. Un mito da sfatare: “durante il periodo fertile il rischio che il cuore di una donna si ammali è effettivamente inferiore a quello di un uomo, ma non è pari a zero” spiega Daniela Trabattoni, cardiologa e responsabile del centro “Monzino Women”, progetto dell’ospedale milanese dedicato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari nelle donne. “Una recente ricerca dello Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai Medical Center, pubblicato sulla rivista Jama Cardiology, ha scoperto per esempio che le arterie femminili, oltre ad avere un calibro costituzionalmente più piccolo che ne facilita l’ostruzione, invecchiano più rapidamente di quelle degli uomini. Insomma, il cuore del gentil sesso non è immune da rischi. Ma sono soprattutto le cifre a parlar chiaro: “infarti, ictus e cardiopatie sono la prima causa di mortalità femminile che supera di gran lunga quella di tutte le forme di tumori, incluso quello al seno”, conclude la cardiologa.
Impatto “in rosa” dei fattori di rischio cardiovascolare
Prendersi cura del proprio cuore è fondamentale, tenendo però conto anche delle diversità di genere e dell’impatto che i nemici della salute cardiaca giocano quando sono coniugati al femminile. Ecco i segreti della prevenzione in rosa, suggeriti dalla dottoressa Trabattoni.
- No assoluto al fumo: i danni per la salute di cuore e circolazione di una fumatrice sono sino a 5 volte superiori a quelli di un fumatore.
- No ai chili di troppo, da combattere con dieta sana e attività fisica regolare. Soprattutto, attenzione ad un giro vita che supera gli 88 centimetri: è indice del temibile grasso addominale che facilita il diabete, malattia che incrementa del 50% il rischio cardiovascolare, ma che è più aggressiva nelle donne.
- Attenzione alla pressione sanguigna che va monitorata sin da quando si è giovani: nelle donne l’accelerazione verso valori più alti di quelli considerati ottimali per la salute di cuore e circolazione comincia in un’età minore rispetto a quel che capita agli uomini.
- In guardia dallo stress, da combattere con tecniche di rilassamento come lo yoga, il training autogeno o la meditazione e con un sonno il più possibile regolare: il 57% delle donne sotto tensione ha una riduzione dell’afflusso di sangue al cuore, alterazione che capita solo al 41% degli uomini. Non solo: sotto stress, nell’organismo femminile aumenta l’aggregazione delle piastrine e quindi il rischio che si formino le temibili placche che possono ostruire le arterie. Si innalzano anche i tassi di cortisolo e di catecolamine, ormoni che mandano su la pressione arteriosa, alterano l’endotelio (il tessuto che riveste le pareti interne dei vasi sanguigni), minando quell’elasticità delle arterie che è amica di una buona circolazione e un antidoto agli accidenti cardiovascolari.

UNA VISITA CARDIOLOGICA
La prevenzione in rosa non può prescindere da una visita cardiologica: per valutare il proprio rischio individuale, anche alla luce delle differenze di genere. Quando metterla in nota ? “Tra i 40 e i 48 anni, e quindi prima dell’arrivo della menopausa, soprattutto se la donna è in sovrappeso, sedentaria, fumatrice, o se soffre di una malattia che può interferire con la salute del cuore: disfunzioni della tiroide ( facilitano le aritmie), per esempio, o un’artrite reumatoide, patologia che favorisce l’accumulo di colesterolo cattivo, l’innalzamento dei valori dei trigliceridi e l’infiammazione dell’endotelio, facilitando così la formazione delle temibili placche”, suggerisce la cardiologa. ”La visita va invece anticipata a 38-40 da quelle donne nella cui famiglia d’origine c’è già qualcuno che ha sofferto di malattie cardiache e da quelle che hanno avuto problemi in gravidanza (un parto pretermine, più aborti spontanei, aver sofferto di diabete gestazionale o di ipertensione durante i 9 mesi d’attesa), o che soffrono di ovaio policistico: sono spie precoci di un sistema vascolare più fragile e di un endotelio meno efficiente. Insomma, di un cuore che, con la menopausa, ha bisogno di un occhio di riguardo in più. Non è quindi il caso di aspettare, anche perché i controlli necessari non sono invasivi: visita e colloquio con il cardiologo in genere sono corredate da semplici esami del sangue (emocromo, elettroliti, colesterolo totale e HDL, glucosio e trigliceridi) e da alcuni test (elettrocardiogramma da sforzo, ecocardiogramma ed ecocolordoppler delle carotidi) che prendono il polso alla salute cardiaca e che permettono successivamente di mettere a punto un piano salvacuore personalizzato.
Servizio di Ida Macchi, giornalista medico scientifica